L’ULTIMO SCIAMANO

Diretto da Raz Degan, The Last Shaman è la storia di James Freeman, un giovane
uomo che, trovandosi ad affrontare una depressione incurabile, decide di prendere in
mano la situazione. Intraprende così un viaggio che finirà per cambiargli la vita
nelle profondità della foresta amazzonica, un cammino che lo porterà in una
dimensione di comprensione più profonda e accettazione di sé. Lungo la strada,
sperimenterà le proprietà curative di una pianta usata nella medicina tribale,
l’Ayahuasca, ed entrerà in contatto con l’universo ad essa legato.

Inglese e spagnolo con sottotitoli in inglese / Colore / 80 minuti

Data di uscita: 12 maggio 2017
 


NOTE DI REGIA

Di: Raz Degan

Raz Degan, Regista

Raz Degan, Regista

Nel 2010, dopo aver concluso un film in Tagikistan, rimasi per seguire, a Sud, la Via della Seta. Quando arrivarono gli aerei militari francesi per riportare a casa il cast e la troupe, il pensiero di attraversare da solo il Tagikistan, l’Afghanistan, il Kirghizistan e la Cina Occidentale, a piedi, con nient’altro che una borsa e due videocamere, suonava come una grande esperienza e non potei resistere. In Italia, all’epoca, ero un attore e il conduttore di uno show televisivo che si occupava dei misteri del mondo, ma immaginavo una nuova vita per me stesso. Dopo due mesi sulla strada, sono finito sulla Via del Sale che collega Nepal e Tibet. Ho visitato alcuni tra i villaggi più remoti del mondo. Venni subito travolto dal paesaggio, dalla gente e dalla cultura. Il mio spirito si era elevato, ma le condizioni a cui ero esposto a tale altitudine iniziarono a pretendere un tributo fisico dal mio organismo. Cominciai a sviluppare i sintomi della polmonite, mi era venuta la febbre e respiravo a malapena. In quel momento chiamai mio fratello e lui mi suggerì di scendere dalla montagna e andare a Goa, che è a livello del mare. Mi disse che lì avrei trovato una Sciamana capace di curarmi con l’Ayahuasca. Non l’avevo mai provata prima, anche se come medicina e per i suoi effetti aveva suscitato il mio interesse per qualche tempo. Ero disposto a provare qualunque cosa per sentirmi meglio, e speravo anche che potesse aiutarmi a chiarire le idee su cosa fare dopo. Non ero sicuro di voler continuare la mia vita in Italia così com’era. Sapevo che c’era un scopo più grande, ma non sapevo dove.

Così, una corsa in aereo e scesi dalle montagne, atterrando in sicurezza a Goa. Venni presentato alla Sciamana e lei dispose che stessi seduto, da solo, per sei notti a bere l’infuso. Il secondo giorno mi ero già liberato dell’infezione e di tutto ciò che mi impediva di respirare. Correvo sulla spiaggia e sentivo di nuovo la mia forza vitale. Durante le cerimonie, ho ripercorso la mia stessa nascita e mi sono ritrovato nel corpo dolente di mia madre. Per un po’ di tempo aveva combattuto con la depressione e volevo aiutarla. Ero anche curioso di vedere come mia madre, una dottoressa con una laurea in medicina occidentale, avrebbe reagito di fronte a questo modo alternativo di curarsi. Così, poco dopo il mio ritorno a casa, la invitai a venire con me in Italia e a prender parte a un ritiro organizzato apposta per noi. Fu ovvio che il rimedio la aiutò. Si sentiva più forte fisicamente, tornò ad andare a vela, e, soprattutto, sorrideva di nuovo. Dopo aver visto i cambiamenti di mia madre e i miei, non avevo altra scelta che quella di indagare ulteriormente.

Non molto tempo dopo, ho lasciato l’Italia, rinunciato al mio impiego e declinato le offerte di lavoro come attore. Sapevo cosa volevo fare. Era tempo di condividere con il mondo ciò di cui ero stato testimone e che avevo sperimentato io stesso. Sono andato direttamente alla foce del fiume Ucayali e ho incontrato la tribù Shipibo, ed è così che è iniziata la mia avventura con il film. Ora, con mia grande sorpresa, la storia è pronta per essere condivisa, cinque anni dopo.